Venerdi, 20 settembre 2024 ore 02:42
Accedi

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

 Notiziario


 

Giovanni Pepi lascia la direzione del Giornale di Sicilia, che aveva assunto nel 1983

Giovanni PepiDal prossimo 10 aprile Giovanni Pepi lascia l'incarico di condirettore del Giornale di Sicilia. La notizia viene data, con brevissimo preavviso, al Comitato di redazione e, ai lettori, con una nota pubblicata sul sito gds.it che riporta la lettera indirizzata al presidente del consiglio di amministrazione, comproprietario e direttore, Antonio Ardizzone.

"Caro Antonio – scrive Pepi nella lettera - credo sia venuto il momento, dopo 34 anni di impegno, di attuare un ricambio nella gestione delle numerose funzioni che svolgo nell'azienda e nel giornale da te guidati. Rassegno pertanto le mie dimissioni dagli incarichi di condirettore responsabile del Giornale di Sicilia, di Tele e Radio Giornale di Sicilia e del sito www.gds.it".

Ardizzone, pur avendo comunicato al Cdr di non avere deciso chi sarà il successore di Pepi,  deve avere necessariamente già fatto per tempo tutti i passi necessari. Si fanno i nomi anche di possibili soluzioni interne. Il Giornale di Sicilia vive da anni una gravissima crisi che di recente ha portato a gravi tagli di posti lavoro e retribuzioni.
L’addio di Pepi chiude in ogni caso un’epoca, e si auspica possa preludere ad una strategia di rilancio del giornale e ad un’integrazione moderna ed efficace con il sito, la radio e l’emittente televisiva che, insieme, rappresentano per i lettori l’identità del quotidiano di via Lincoln.

Premio giornalistico Mario Francese, ecco i vincitori 2017

mario francese 505x306Due “Iene” in inconfondibile total black, i loro autori fidati e le loro inchieste su fatti siciliani di grande rilievo, vincono l'edizione 2017, quella del ventennale, del Premio giornalistico nazionale intitolato a Mario Francese, il cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Il Premio è organizzato dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia con l’associazione Uomini del Colorado e in collaborazione con Libera, con il Conservatorio Vincenzo Bellini e con il Liceo psicopedagogico, musicale e coreutico Regina Margherita, diretto da Maria Pia Blandano, che ospiterà la cerimonia di premiazione, lunedì 27 marzo alle 9,30, nel teatro dell’istituto, in via Ss. Salvatore 411, a Palermo. La manifestazione sarà presentata dai giornalisti Daniela Tornatore e Roberto Puglisi.

Spazio scuola

Per il quarto anno consecutivo il Premio si apre alle scuole superiori. Cinque gli istituti che hanno aderito allo Spazio riservato agli studenti: Liceo classico Vittorio Emanuele II (coordinatrice la docente Piera Fallucca), Liceo psicopedagogico Regina Margherita (coordinatrice Rosaria Cascio), Istituto statale Pareto Einaudi (coordinatrice Anna Cosenza Toscano), Liceo scientifico Benedetto Croce (coordinatrice Isabella Tondo), Liceo classico Umberto I (coordinatore Bernardo Puleo). I ragazzi hanno realizzato, a tema libero, reportage fotografici, blog, servizi giornalistici, videoreportage, che saranno proiettati e illustrati. Riconoscimenti sono stati assegnati ai lavori di maggior valore giornalistico dalla commissione per le Scuole, presieduta da Egle Palazzolo.

I premi

La commissione, presieduta dallo scrittore e caporedattore del Tg5 Gaetano Savatteri, ha assegnato il Premio Mario Francese alla doppia coppia di “Iene” televisive Filippo Roma - Marco Occhipinti e Cristiano Pasca - Claudio Bongiovanni.
Di Roma e Occhipinti l’inchiesta sul caso delle firme false per la presentazione delle liste del Movimento 5 Stelle a Palermo, alle amministrative del 2012. Per Pasca e Bongiovanni, la protesta dei fratelli disabili palermitani Alessio e Gianluca Pellegrino: un servizio che ha costretto alle dimissioni l’assessore regionale Gianluca Miccichè, portando all’apertura del dibattito sulle lacune dell’assistenza ai disabili in Sicilia.
Il Premio Giuseppe Francese, dedicato a giornalisti under 36 (l’età alla quale il figlio del cronista del Giornale di Sicilia morì), è andato all’inviata del Tg1 Giovanna Cucè.
Menzioni e riconoscimenti poi a giornalisti siciliani che si sono distinti per la propria attività professionale: Alessandra Turrisi e Riccardo Salvia, collaboratori del Giornale di Sicilia, Mario Barresi de La Sicilia, Dario De Luca di Meridionews e Sebastiano Caspanello di Gazzetta del Sud.
Una menzione pure per la studentessa Federica Virga. Ospiti della manifestazione il nuovo presidente del Palermo Calcio, Paul Baccaglini, e l’attore palermitano Claudio Gioè, che interpreta il ruolo di Mario Francese nella fiction di imminente uscita su Mediaset, dedicata alla vita del cronista.

Spettacolo

Durante la manifestazione si esibiranno il primo soprano del Teatro Massimo di Palermo, Rosalba Mongiovì, che, con il pianista del Conservatorio Vincenzo Bellini, Gianbartolo Porretta, interpreteranno l'aria di Musetta dalla Bohème di Giacomo Puccini, il Requiem di Gabriel Faurè e Summertime di George Gershwin. Sul palco pure il poeta e cantore siciliano Michelangelo Balistreri, che reciterà una poesia dedicata a Mario Francese, accompagnato dal chitarrista Francesco Maria Martorana.

Albo d'oro
1993 Francesco La Licata
1994 Giovanni Minoli
1995 Piero Marrazzo
1996 Lucia Annunziata
1998 Maurizio Costanzo e Ferruccio De Bortoli
1999 Michele Santoro e Enrico Deaglio
2002 Milena Gabanelli
2003 Gian Antonio Stella
2004 Carlo Lucarelli
2005 Fabrizio Gatti
2007 Sigfrido Ranucci (Rai News 24)
2007 Premio speciale: “Scacco al re - La cattura di Provenzano” (Produzione tv Magnolia-Rai)
2008 Gianluigi Di Stefano (documentario su Siani)
2010 Francesca Barra
2011 Giuseppe D'Avanzo
2012 Franco Oddo e Marina De Michele
2014 Pif
2015 Lirio Abbate e Federica Angeli
2016 Corrado Formigli
2017 Filippo Roma, Marco Occhipinti, Cristiano Pasca, Claudio Bongiovanni

“Beni confiscati: l’impegno dei media in memoria delle vittime della mafia”, convegno all'Icre di Bagheria, primo bene strappato a Cosa Nostra

Convegno Icre Bagheria Beni confiscati 450In occasione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie” ideata da Libera,  il Comune di Bagheria, il sindacato unitario dei giornalisti Associazione siciliana della stampa e l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia hanno organizzato Martedì 21 marzo 2017 un convegno dal titolo “Beni confiscati: l’impegno dei media in memoria delle vittime della mafia”.

L’evento si terrà alle ore 16.30, presso l’Icre, l’ex-magazzino del ferro tristemente noto per essere stato usato quale base di Cosa Nostra e luogo di morte, primo bene confiscato alla mafia dopo la legge Rognoni – La Torre.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque e del segretario regionale di Assostampa Sicilia Alberto Cicero, interverranno: il presidente  dell’Ordine dei Giornalisti,  cronista di  Giudiziaria  del Giornale di Sicilia, Riccardo Arena,  il  presidente di Assostampa cronista anch’egli del GdS, Giancarlo Macaluso,  il coordinatore provinciale di Libera Giovanni Pagano, l’agente di scorta del Giudice Giovanni Falcone, Antonello Marini,   Giovanni Busetta, figlio di Pietro Busetta vittima di mafia, il noto attore Marcello Mazzarella, protagonista  di diverse fiction e film,  ed il procuratore aggiunto di Palermo, Bernardo Petralia,  coordinatore del Gruppo misure di prevenzione della Dda palermitana. Coordina la giornalista Marina Mancini, responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Bagheria.

Il convegno rientra nel percorso di formazione continua dei giornalisti e da diritto a 3 crediti, sarà aperto da una performance poetica del gruppo Apertura a Strappo” con la recitazione di “ ‘U Squagghiatu” e chiusa dal chitarrista Francesco Maria Martorana che accompagnerà Michelangelo Balistreri in “La vuci ra me terra”.

“Ospitare all’Icre luogo di mafia, in passato, ed oggi bene tornato all’uso della comunità, ha un significato che va oltre la memoria ed il ricordo”  - dice il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque – “Bagheria vuole lasciarsi alle spalle la sua storia di terra appartenente al triangolo della morte e lo fa non sono con convegni come quello che patrociniamo oggi, ma, con gli atti amministrativi, con le scelte e le azioni che questa amministrazione compie ogni giorno. Siamo lieti di aver condiviso con Assostampa ed Odg questo importante momento, crediamo che l’informazione, seria, veritiera e obiettiva, siano un baluardo della trasparenza a servizio dei cittadini”.

“Non si può leggere e comprendere il presente se non si conosce il passato. I giornalisti hanno il dovere nei confronti della società siciliana di fornire ogni elemento – della cronaca e a volte anche della storia - che possa accrescere quella consapevolezza che può determinare giudizi e quindi scelte ponderate da parte dei cittadini” – dice il segretario di Assostampa Alberto Cicero – “Ricordare le vittime della mafia tra cui tanti giornalisti che hanno creduto nel loro lavoro, tramite una manifestazione organizzata assieme al Comune di Bagheria, non avrà soltanto un valore storico ma sarà una preziosa occasione per rilanciare il patto inscindibile fra giornalisti e società civile. Tra chi produce informazioni e chi le riceve. Ricordare quello che è avvenuto in passato, quindi, per dare contorni più nitidi e delineati a una realtà complessa da rasentare a volte persino l’incomprensibilità, come quella siciliana, in cui anche un valore assoluto e fondamentale come la lotta alla mafia viene piegato a oscuri e inconfessabili interessi”.

"Riteniamo molto importante che si discuta dell'antimafia, delle cose concrete” – sottolinea il presidente dell’Ordine Riccardo Arena -   “e che l'informazione punti la propria attenzione sul tema dei beni sequestrati e confiscati: perché da un lato occorre raccontare il passaggio allo Stato dei patrimoni mafiosi, per poi controllare la loro effettiva e tempestiva destinazione a fini sociali. Sotto un altro aspetto deve essere assicurata dai media la massima trasparenza su procedure, nomine e compensi, in modo da prevenire abusi e illeciti che possono essere esiziali per la credibilità e la tenuta del sistema".

ISG e Sicilia Regione / L'istituto che non fa giornalisti e la testata che non è regionale

Qualche giorno fa attraverso le pagine di questo giornale è stato smascherata un'operazione di propaganda che da un anno, attraverso l'uso illegittimo del logo ufficiale della Regione Siciliana, agiva con l'intento di surrogare le finalità e i compiti che la legge, a garanzia del diritto del cittadino a una corretta informazione, assegna all'Ufficio stampa delle pubbliche amministrazioni. Il fatto, gravissimo, è stato denunciato pubblicamente attraverso un comunicato congiunto di Ordine dei giornalisti e Assostampa Sicilia. Il giorno dopo, il logo della Regione Siciliana è stato rimosso. Riceviamo oggi una richiesta di rettifica, che pubblichiamo unitamente alla nostra replica.

Richiesta di rettifica

Replica di Assostampa Sicilia

«Il sottoscritto Sebastiano Roccaro intende esercitare il diritto di rettifica, sancito dall’art. 8 l. 47/48, con riferimento a quanto affermato nell'articolo in oggetto contiene delle informazioni false ed infondate dalle quali derivano accuse diffamatorie e gravemente lesive dell’immagine del giornale siciliaregione.it e dell'Istituto Superiore di Giornalismo.
In particolare, è opportuno precisare che il giornale in questione non rappresenta alcun interesse politico, essendo sin dall’origine una testata giornalistica super partes ed indipendente da qualsivoglia interesse particolare.

L'affermazione:  
"Con l’aggravante che l'Istituto Superiore di Giornalismo è stato costituito il 15 Ottobre 1953, dieci anni prima della legge 69/1963 istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. Non vi è quindi più dal 1963 alcuna norma che autorizzi questo istituto ad avere competenze “formative” verso la nostra professione ordinistica. Anzi andrebbe richiesta la modifica della sua denominazione, facendo togliere la parola giornalismo, del tutto fuorviante in un ente che non gestisce corsi riconosciuti dall’Ordine nazionale né consente l’iscrizione all’Albo."
è priva di qualsiasi fondamento.

L'istituto, a differenza di quanto indicato sopra, svolge seminari di formazione continua per i giornalisti che vengono svolti settimanalmente  riconosciuti dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti. Basta andare sul sito Sigef per poter visualizzare i nostri seminari.  

Ed ancora: "Il governatore Crocetta ha abolito l’ufficio stampa della Presidenza della Regione e ora l’informazione sulla Regione Siciliana è affidata agli studenti, non giornalisti, dell'Istituto di Giornalismo non riconosciuto dall'Ordine? Per analogia sarebbe come chiudere un ospedale e sostituirne le funzioni affidandole a una struttura formata da studenti di medicina."

Anche qui è priva di qualsiasi fondamento l’accusa rivolta al giornale circa l’asserito svolgimento abusivo della professione giornalistica da parte di studenti. Nel giornale non scrivono studenti, contrariamente alle affermazioni gravemente diffamatorie.
Il giornale si avvale di due giornalisti: Sebastiano Roccaro e la giornalista Marfia Denise che esercitano quotidianamente e con diligenza la loro professione all’interno della testata giornalistica in oggetto affrontando argomenti di vari settori, dalla politica, alla cronaca, dallo sport al tempo libero, etc .

Ed ancora....
"Nel 1996 la Regione con la propria legge n. 20 aveva stabilito di “intraprendere tutte le azioni per il pieno riconoscimento dell'Istituto superiore di giornalismo quale corso di studi di scuola superiore a livello universitario.” In quest’ottica sindacato e Ordine dei giornalisti avevano manifestato un atteggiamento di collaborazione verso un percorso di trasformazione (mai attuato) in una struttura formativa effettivamente qualificante. Atteggiamento che gli organismi di categoria hanno dovuto modificare in seguito alla decisione di Crocetta di abolire l’Ufficio Stampa della presidenza, licenziando 21 giornalisti e sostituendone le funzioni con sistemi “fai-da-te” come quello oggi messo in piedi attraverso siciliaregione.it."

Il sottoscritto presidente dell’Istituto Sebastiano Roccaro, giornalista iscritto all’ordine professionale ed indipendente da qualsiasi influenza politica. Le iniziative del presidente Crocetta non ci riguardano e il licenziamento del 21 giornalisti, ai quali rimaniamo solidali, non ha niente a che vedere con la nascita del nostro giornale.
Abbiamo più volte invitato l'Ordine dei giornalisti e il suo presidente a collaborare. Lo statuto dell'ISG prevede l'indicazione di un consigliere di amministrazione dal parte dell'ODG. Le beghe politiche tra l'Ordine dei Giornalisti e l'Istituto devono rimanere lontani dallo svolgimento della nostra attività giornalistica.

Ed infine....
"La presenza nella testata del marchio della Regione Siciliana e lo stesso titolo “Sicilia Regione” è fuorviante. È la rappresentazione di un canale d’informazione che fa immediatamente pensare ad un’impropria surroga dell’attività specifica dell’ufficio stampa dell’Amministrazione regionale."

Nessuna surroga all'attività di ufficio stampa della Regione. Noi ci limitiamo a informare. Basta andare sul sito siciliaregione.it per rendersi conto che sono pubblicati comunicati stampa da tutte le parti politiche con articoli di vario genere.
È chiaro l’intento diffamatorio del vostro articolo, che ha quale scopo preminente quello di screditare il ruolo e l’importanza rivestita dall’Istituto nel settore dell’informazione.
In ogni caso, vi invitiamo alla immediata rettifica con uguale spazio riservato al vostro articolo.»

Cordiali saluti
Sebastiano Roccaro
Presidente ISG - Palermo

L'Istituto Superiore di Giornalismo è stato clamorosamente preso in fallo dai fatti descritti nell'articolo in questione e nei successivi comunicati congiunti dell'Ordine dei Giornalisti e dell'Associazione Siciliana della Stampa. L'ente, di sottogoverno regionale e finanziato con fondi pubblici, ha deciso di editare un periodico dichiarando espressamente di dedicarlo all'attività della pubblica amministrazione,  ponendo accanto al titolo suggestivo "Sicilia Regione" il logo identitario di proprietà della Regione Siciliana, con l'evidente e illegittimo intento di accreditarne l'ufficialità. Ordine e Assostampa hanno denunciato che, a garanzia della corretta informazione ai cittadini, la legge n. 150/2000 prevede che l'attività di informazione vada fatta dall'Ufficio stampa e non può pertanto essere surrogata da un ente mantenuto con fondi pubblici, per di più senza avere in organico alcun giornalista assunto.

SiciliaRegioneNews 1

L'Istituto superiore di giornalismo non è affatto un ente di formazione al giornalismo riconosciuto dall'Ordine, pertanto i suoi corsi non consentono né hanno mai consentito l'iscrizione all'Albo. Solo da un paio d'anni l'ente, fondato 64 anni fa, ogni tanto organizza invece tutt'altro, cioè degli eventi seminariali della durata canonica di 4 ore che hanno valore di formazione, ma solo per chi è già iscritto all'Ordine. Come è chiaramente spiegato nell'home page della Sigef, citata dal presidente Roccaro, rispetto a tali particolari eventi seminariali "l´Odg non puó - se non violando la legge - opporsi a che vengano organizzati."

Tg sicilia regioneMa se "Sicilia Regione" non è realizzato da studenti, perché e per chi viene fatto? Nelle vere scuole di giornalismo, riconosciute dall'Ordine, si tengono corsi biennali riservati ad allievi già laureati, al termine dei quali si accede all'esame di Stato per l'iscrizione all'elenco dei giornalisti professionisti. In tali scuole è obbligatoria la produzione di testate-laboratorio (a stampa, online, tele e radio-giornali), ma realizzate dagli allievi e al solo scopo di svolgere il tirocinio. E non certo limitate ai temi dell'amministrazione regionale siciliana.

Non si capisce quindi quale sia l'utilità di mantenere a suon di soldi pubblici un ente para-regionale che si dà lo scopo di fare un giornale autoreferenziale e vaghe attività seminariali. Oggi 11 marzo 2017 per l'appunto era in programma un seminario a Palermo dal titolo "Tecniche della comunicazione per il giornalista televisivo. Regole e normative, dalla legge Mammì ad oggi", durata quattro ore. Il docente era lo stesso Sebastiano Roccaro, giornalista pubblicista, presidente dell'Istituto e direttore responsabile di Sicilia Regione.

Sicilia Regione pdfPer altro verso, viene affermato che da circa un anno due giornalisti esercitano attività professionale quotidiana presso l'ente. Ci si chiede e sarà il caso di accertare se tali rapporti di lavoro siano regolarizzati da contratti di assunzione e vengano debitamente pagati i relativi contributi.

È innegabile comunque che il giorno dopo la denuncia congiunta di Ordine dei giornalisti e Assostampa Sicilia sia "misteriosamente" scomparso il marchio ufficiale della Regione che dallo scorso anno campeggiava illegittimamente accanto la testata di Sicilia Regione. Di questo che resta l'aspetto "emblematico" e centrale della vicenda, Roccaro non fa il minimo cenno.

Sicilia Regione logo scomparso

 Per l’Associazione Siciliana della Stampa restano molto chiari alcuni punti. L'Istituto Superiore di Giornalismo:
-    ha beneficiato e continua a beneficiare di finanziamenti regionali
-    non è riconosciuto dall'Ordine come ente di formazione al giornalismo, pertanto i suoi corsi non consentono né hanno mai consentito l'iscrizione all'Albo.
-    non organizza formazione permanente con corsi pluriennali ma singoli eventi seminariali nell’ambito dell’aggiornamento professionale di chi è già giornalista
-    il logo della Regione è scomparso dalla testata Sicilia Regione subito dopo la segnalazione congiunta Ordine-Associazione.
Per quanto riguarda i due giornalisti che producono il notiziario saranno i carabinieri del Lavoro e gli ispettori dell’Inpgi ad accertare quale tipo di contratto viene loro applicato e chi realmente realizza il sito svolgendo attività giornalistica in esclusiva e a tempo pieno.

 

Connessioni 'Ndrangheta-Massoneria in Calabria / Rinviati a giudizio anche la giornalista Teresa Munari e il prete-giornalista don Pino Strangio ex consigliere nazionale della Fnsi

massoneria italianaIl gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio 40 imputati nel processo «Ghota» tra i quali il sen. Antonio Caridi (Gal), l’ex parlamentare Psdi Paolo Romeo, l’ex sottosegretario della Giunta regionale di centrodestra Alberto Sarra,  l’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio.  Tra gli imputati eccellenti anche due giornalisti: l’ex rettore del Santuario della Madonna della Montagna di Polsi don Pino Strangio, giornalista pubblicista ed ex consigliere nazionale della Fnsi, e la giornalista professionista, collaboratrice del “Garantista”, Teresa Munari. Caridi, Romeo e Sarra sono accusati di avere fatto parte della cupola degli «invisibili» della 'ndrangheta.

 (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 9 MAR - Tra le persone per le quali il gup Antonino Laganà ha disposto il giudizio, figurano anche  lo psichiatra Rocco Zoccali, l'avv. Antonio Marra, l’ex dirigente del settore Lavori pubblici del comune di Reggio Calabria Marcello Cammera. L’inizio del processo è stato fissato per il 20 aprile.
 Con il rito abbreviato saranno giudicati, invece, a partire dal 29 marzo, l’avv. Giorgio De Stefano, l’ex vicepresidente di Fincalabra spa Nuccio Idone, l’imprenditore Angelo Frascati, l'avv. Paola Colombini, l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina, il pentito Roberto Moio, il medico chirurgo Giovanni Pellicano, il commercialista Giovani Zumbo, insieme ad esponenti della 'ndrangheta di Reggio Calabria.
 L’inchiesta «Gotha» sintetizza cinque diversi filoni investigativi noti con i nomi di «Mammasantissima», "Sistema Reggio», «Fata Morgana», «Reghion» e «Alchimia».
 Secondo l’accusa, Caridi - detenuto dall’agosto scorso - Giorgio De Stefano, cugino del capo storico dell’omonima cosca Paolo ucciso nel 1985 nella guerra di mafia, Romeo, ritenuto l'anima «grigia» di Reggio e già condannato in passato per concorso esterno, Sarra ed il dirigente della Regione Francesco Chirico, indicato come elemento di spicco dei De Stefano, sarebbero stati componenti di quella struttura segreta legata alla massoneria che, ponendosi al vertice della piramide 'ndranghetista, interagiva sistematicamente e riservatamente con politica, istituzioni, mondo imprenditoriale e bancario e condizionava ogni tipo di elezione nella provincia di Reggio.
 struttura all’interno della quale, hanno scritto i pm nella loro richiesta di rinvio a giudizio, Caridi era «partecipe qualificato», fruendo dell’appoggio dei De Stefano «in tutte le elezioni alle quali ha preso parte», operando «in modo stabile, continuativo e consapevole a favore del sistema criminale di tipo mafioso che agevola mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico». (ANSA).
 
 Si tratta di un processo «storico» dal momento che per la prima volta lo Stato italiano processerà quegli «invisibili» legati ad ambienti massonici, che, secondo l’accusa, avrebbero dettato la linea strategica alle cosche della 'ndrangheta sin dagli anni '70 riuscendo anche a coordinare tutte le operazioni criminali in Italia ed all’estero non solo della 'Ndrangheta ma anche delle altre mafie storiche - Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita - definendo le strategie criminali di massimo livello.
 Secondo l’accusa, Caridi - detenuto dall’agosto scorso dopo che il Senato ha concesso l’autorizzazione all’arresto - Giorgio De Stefano, cugino del capo storico dell’omonima cosca Paolo ucciso nel 1985 nella guerra di mafia; Romeo, ritenuto l’anima "grigia» di Reggio e già condannato in passato per concorso esterno; Sarra ed il dirigente della Regione Francesco Chirico, indicato come elemento di spicco dei De Stefano, sarebbero stati componenti di quella struttura segreta legata alla massoneria che, ponendosi al vertice della piramide 'ndranghetista, interagiva sistematicamente e riservatamente con politica, istituzioni, mondo imprenditoriale e bancario e condizionava ogni tipo di elezione nella provincia di Reggio. Una struttura all’interno della quale Caridi, hanno detto i pm, era «partecipe qualificato», fruendo dell’appoggio dei De Stefano «in tutte le elezioni alle quali ha preso parte», operando «in modo stabile, continuativo e consapevole a favore del sistema criminale di tipo mafioso che agevola mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico».
 
 Al rinvio a giudizio si è giunti dopo anni di indagini e la rilettura, da parte dei magistrati e dei carabinieri del Ros, di migliaia di carte di inchieste passate. Un lavoro compendiato nell’inchiesta Gotha che sintetizza cinque diverse indagini coordinate da Cafiero de Raho, dall’aggiunto Gaetano Paci e dai pm Roberto Di Palma, Giulia Pantano, Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino e Walter Ignazitto, e note con i nomi di "Mammasantissima», «Sistema Reggio», «Fata Morgana», «Reghion» e "Alchimia».

Emittenza locale, Fnsi e Aeranti-Corallo firmano il rinnovo del contratto: 100 euro di aumento

firma contratto aeranti corallo 2017Federazione nazionale della stampa italiana e Associazione AerAnti-Corallo hanno firmato oggi, a Roma, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico delle emittenti radiotelevisive locali. L’accordo prevede un aumento complessivo in busta paga di 100 euro per tutte le qualifiche, 50 euro a partire dal 1° maggio 2017 e altri 50 euro dal 1° maggio 2018. La novità riguarda oltre 2000 giornalisti delle televisioni e delle radio locali inquadrati con il contratto nazionale di riferimento.
«Il rinnovo siglato oggi, dopo 7 anni dal contratto sottoscritto nel 2010, rappresenta un passaggio importante per i colleghi dell’emittenza radiotelevisiva locale e per le nostre organizzazioni sindacali e conferma la reciproca volontà di continuare il confronto in un settore che costituisce uno dei pilastri fondamentali del pluralismo dell’informazione in Italia. Un settore che contribuisce ad illuminare la vita quotidiana dei territori, a dar voce a intere comunità e a creare buona occupazione. Questo è in sostanza un accordo di natura economica, salvo alcune novità legale al recepimento delle modifiche normative introdotte dal Jobs act e all’estensione ai colleghi che contraggono unioni civili dei giorni di permesso già previsti per il matrimonio. Il confronto deve ora continuare per arricchire la parte normativa, rafforzando i capitoli che riguardano i diritti, le tutele e le garanzie per i giornalisti del settore», ha commentato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.

«Gli editori hanno voluto con forza questo rinnovo nonostante le grandi difficoltà che il settore sta ancora attraversando. L’obiettivo è quello di dare un nuovo ruolo al comparto delle televisioni locali e per far questo è fondamentale porre in essere, insieme con la Fnsi, iniziative congiunte per arrivare ad ottenere un adeguato intervento pubblico. Siamo in attesa che lo Stato eroghi i contributi per il 2015 e di sapere quale sarà la sorte delle provvidenze per il 2016, il cui regolamento dovrà essere emanato da governo insieme agli altri decreti attuativi della riforma dell’editoria approvata lo scorso ottobre dal parlamento», ha dichiarato il capo delegazione di Aeranti-Corallo, Marco Rossignoli.

Il testo dell'accordo

Società segrete, i giornalisti dovranno dichiarare la loro eventuale appartenenza. Una proposta di modifica dello statuto Fnsi approvata all'unanimità da Assostampa Sicilia

Il Consiglio regionale dell’Associazione Siciliana della Stampa riunito presso la sede regionale di Palermo il 6 marzo 2017, ha approvato all’unanimità una proposta di modifica dello statuto della Federazione nazionale della stampa italiana sull’appartenenza ad associazioni che mantengono segreti i nominativi dei loro aderenti, da sottoporre all’approvazione del Congresso straordinario FNSI, come stabilito con 247 voti favorevoli, 29 contrari e 6 astenuti al XXVII Congresso della Stampa Italiana (Chianciano Terme, 27-31 gennaio 2015). Ecco il testo.

simbolo massoneriaGli iscritti alla FNSI e alle Ars dovranno dichiarare per iscritto la non appartenenza, attuale o anche passata, a organizzazioni, consorterie, massonerie, strutture informative (statali e non) e a loro emanazioni o articolazioni, che non rendano noti gli elenchi dei nomi dei propri iscritti.
L'autocertificazione dovrà essere prodotta da ogni nuovo iscritto alla Fnsi e all'Ars di appartenenza - quale requisito irrinunciabile - al momento dell'iscrizione. I vecchi iscritti che ricoprono cariche elettive dovranno presentare l'autocertificazione entro 90 giorni dall'approvazione del presente Statuto. La mancata presentazione dell'autocertificazione comporta l'immediata decadenza dagli incarichi eventualmente ricoperti e la radiazione dalla FNSI e dalle Ars di appartenenza.
Gli eletti in Consiglio nazionale dovranno inviare una ulteriore autocertificazione al presidente della FNSI. Questi, nella prima riunione successiva all'insediamento, renderà note le dichiarazione pervenute. La mancata presentazione dell'autocertificazione comporterà l'immediata decadenza dal ruolo elettivo e la radiazione dagli elenchi della FNSI e dell'Ars di appartenenza.

Crisi editoria: prepensionamenti in forse e rischio esodati

Il documento approvato all'unanimità dal Consiglio regionale Assostampa Sicilia
nella riunione del 6 marzo a Palermo.

Il Consiglio regionale dell'associazione siciliana della stampa rinnova le preoccupazioni per per il difficile momento che sta attraversando il settore dell'editoria specie in Sicilia.

Leggi tutto

Roberto Ginex confermato segretario Assostampa Palermo

logo ASSOSTAMPA Palermo 3x4Nuovo mandato affidato a Roberto Ginex, segretario uscente di Assostampa Palermo, confermato oggi dal risultato delle votazioni dell'Assemblea per il rinnovo della dirigenza provinciale. A far parte della segreteria sono stati proclamati il vicesegretario Davide Di Giorgi e il tesoriere Salvatore Ferro. Hanno votato 99 professionali e 15 collaboratori. Ecco i risultati delle urne.

Elezione del segretario professionale:
Iscritti 222. Votanti 99 (44,59%). Bianche 1. Nulle o. Voti validi 98
Roberto Ginex 55 voti (56,1%) eletto
Riccardo Vescovo 42 voti (42,9%)
Salvatore Ferro 1 voto (1,0%)

Elezione del vicesegretario collaboratore:
Iscritti 62. Votanti 15. Bianche 0. Nulle 0. Voti validi 15
Davide Di Giorgi 9 voti (60,0%) eletto
Marina Mancini 5 voti (33,3%)
Antonio Fiasconaro 1 voto (6,7%)

Elezione del tesoriere professionale:
Iscritti 222. Votanti 99 (44,59%). Bianche 4. Nulle 4. Voti validi 91
Salvatore Ferro 56 voti (61,5%) eletto
Alessia Cannizzaro 34 voti (37,4%)
Riccardo Vescovo 1 voto (1,1%)

 

Testata Sicilia Regione, dopo denuncia di Ordine e Assostampa scompare logo Regione Siciliana

COMUNICATO CONGIUNTO ORDINE DEI GIORNALISTI E ASSOSTAMPA

Sicilia Regione, rimosso il logo ufficiale della Regione SicilianaSarà un caso davvero strano, come molte delle cose che accadono in Sicilia di questi tempi specie quando di tratta di amministrazione regionale, ma all’indomani della denuncia di Ordine dei giornalisti e Assostampa, dalla testata del sito “Sicilia Regione” è misteriosamente e, soprattutto, repentinamente scomparso il logo della Regione Siciliana.
Ordine e Assostampa avevano infatti – appena ieri - segnalato che per sopperire alla mancanza di un Ufficio stampa, l’Istituto superiore di Giornalismo, non riconosciuto dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia ma lautamente sovvenzionato in questi anni dalla Regione aveva registrato una testata “Sicilia Regione” per propagandare on line tutta l’attività della Regione non servendosi di giornalisti ma dei suoi dipendenti e sotto la direzione di un editore di tv private con il tesserino di pubblicista, quindi in evidente conflitto di interesse.
Il governatore Crocetta, ieri sera aveva dichiarato di non sapere di cosa parlassero Assostampa e Ordine dei giornalisti, aggiungendo "di non avere dato alcun incarico". Se si fosse informato meglio sulla vicenda e, soprattutto se avesse il buon senso di ascoltare le istituzioni della professione avrebbe evitato la solita figura. Oggi, come detto, la novità che dimostra come su “Sicilia Regione” Ordine e Assostampa hanno fatto centro nell’intravedere la ormai consueta “informazione faidate” del governatore.

Sicilia Regione, il notiziario sul governo Crocetta. Editore un ente di formazione finanziato con fondi pubblici

Ordine dei giornalisti e Associazione siciliana della stampa, con una nota congiunta, "denunciano l’ennesimo atto di arroganza del presidente della Regione Crocetta, che per garantirsi il controllo dell’informazione continua a violare norme, regole e rispetto per i cittadini e per i giornalisti."


SiciliaRegioneNews 1«Il governatore - aggiungono - ha infatti avviato una nuova iniziativa editoriale, "Sicilia Regione", pagata con fondi regionali, che propaganda le attività della pubblica amministrazione regionale ma senza avere in organico giornalisti assunti. Così, il delicato compito di garantire una corretta informazione ai siciliani, viene affidata al personale (non giornalistico) di un Istituto di formazione che non ha alcun collegamento con l’Ordine dei giornalisti e con le altre istituzioni professionali, e il cui direttore responsabile è un giornalista pubblicista la cui principale attività è l’editoria televisiva privata». Per Assostampa e Ordine dei giornalisti della Sicilia è «un clamoroso conflitto di interessi di cui soltanto Crocetta può fingere di non avvedersi, mentre invece dovrebbe attirare l’attenzione della procura della Corte dei Conti, da sempre attenta alle vicende degli uffici stampa negli enti pubblici».

«Il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, e il segretario regionale dell’Associazione siciliana della stampa, Alberto Cicero - si legge ancora nella nota congiunta - denunciano questa ennesima violazione delle regole e del diritto costituzionale dei cittadini di essere correttamente informati da parte di un governatore che, dal suo insediamento a oggi, a cominciare dall’azzeramento dell’ufficio stampa della presidenza con 21 licenziamenti in tronco, ha sempre dimostrato di disprezzare i giornalisti non succubi del suo potere e il loro ruolo professionale».

«Il nuovo canale d’informazione finanziato da Crocetta, che spedisce anche migliaia di newsletter fregiandosi del logo della Regione, di fatto - proseguono Assostampa e Ordine - surroga l'attività che la legge 150/2000 assegna all’ufficio stampa dell’Amministrazione regionale. Inoltre, gli studenti di corsi non riconosciuti dall’Ordine, non hanno la qualifica di praticanti, e il loro eventuale impiego in attività redazionali configurerebbe l’esercizio abusivo della professione giornalistica».

«Di fronte a questo ennesimo scempio delle norme fatto da Crocetta - conclude la nota congiunta - sarebbe forse opportuno che anche la magistratura penale si occupasse di un istituto professionale gestito e finanziato come un qualsiasi ente di sottogoverno, indagando anche sulla nomina di un presidente che non ebbe difficoltà ad ammettere di avere sostenuto la campagna elettorale del governatore e di avere avuto in cambio la promessa di un assessorato».
Condividi