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 Notiziario


 

Assostampa Enna e Caltanissetta, solidarietà ai colleghi cassintegrati contro ogni tentativo di sostituirli con collaborazioni pagate pochi centesimi al rigo

Giornale di Sicilia collaborazioni sottopagateLe Segreterie provinciali dell'Associazione Siciliana della Stampa di Caltanissetta ed Enna esprimono congiuntamente piena solidarietà e sostegno ai colleghi del Giornale di Sicilia attualmente posti in cassa integrazione.
Condividendo le posizioni espresse nel corso dell'ultimo consiglio regionale, a seguito della segnalazione ufficiale da parte della segreteria provinciale di Assostampa Trapani, nei confronti di quanti possano tentare di sostituire l'importante lavoro svolto per anni dai colleghi oggi licenziati o cassintegrati con collaborazioni retribuite con pochi euro a pezzo, le due segreterie provinciali garantiscono il massimo impegno nel monitoraggio della situazione in costante evoluzione e sono pronte a raccogliere le segnalazioni da parte dei colleghi ed al tempo stesso a denunciare qualunque  eventuale tentativo di svilimento della professione.

Segreto professionale dei giornalisti pubblicisti, la Corte d'Appello assolve Josè Trovato e Giulia Martorana

assoluzione josé trovatoLa Corte di appello di Caltanissetta ha assolto i giornalisti Josè Trovato e Giulia Martorana, imputati per favoreggiamento personale nei confronti di ignoti e pubblicazione di atto coperto dal segreto istruttorio. I giudici prima sezione penale, presieduta da Andreina Occhipinti, a latere Giovanbattista Tona e Marco Sabella, hanno confermato la sentenza che era stata emessa dal Tribunale di Enna (impugnata dalla Pg nissena). I giornalisti erano alla sbarra in relazione ad articoli pubblicati, rispettivamente, sulle colonne del Giornale di Sicilia e de La Sicilia, il 9 settembre del 2008, sull’omicidio di Carmelo Governale, il cui cadavere fu dato alle fiamme e distrutto all'interno di un'auto, dispersa tra i rovi di contrada Montagna Gebbia a Piazza Armerina (Enna).
La notizia, pubblicata a un anno dal delitto, riguardava alcuni aspetti dell’indagine, ma soprattutto confermò per la prima volta che i resti rinvenuti appartenevano effettivamente alla vittima. Questo indusse i carabinieri ad aprire un’inchiesta e depositare in Procura una comunicazione di notizia di reato a carico dei cronisti, che interrogati, per ben due volte, si rifiutarono di rivelare l’identità della propria fonte confidenziale. In questo modo, secondo l’impostazione della Procura di Enna, ritenuta insussistente sia in primo grado che in appello, avrebbero aiutato un “ignoto” a eludere le indagini dell’autorità per il reato di rivelazione del segreto istruttorio; non avendo, per i Pm, alcun diritto di avvalersi del segreto professionale, perché allora entrambi giornalisti pubblicisti e non professionisti.
La sentenza era stata impugnata dalla Pg, che ieri mattina, in aula, aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati a 5 mesi di reclusione. Trovato è difeso dagli avvocati Gioacchino e Alberto Sbacchi e Salvatore Timpanaro, Martorana dall’avvocato Gianfranco D’Alessandro. La soddisfazione del collegio di difesa è espressa dall’avvocato Timpanaro, che in aula aveva anche chiesto al giudice a quo un ricorso in via incidentale alla Corte Costituzionale, perché il codice di procedura, discriminando i giornalisti pubblicisti rispetto ai professionisti, violerebbe alcuni articoli della Costituzione (3, 21 e 71), oltre alla Convenzione Europea per i diritti dell’uomo (Cedu). “Accogliamo con viva soddisfazione la decisione della Corte di Appello – ha detto l’avvocato Timpanaro –. Attendo di leggere le motivazioni della sentenza. Spero che l’assoluzione sia motivata in diritto e sancisca definitivamente la legittimità dell'operato dei giornalisti, che, tenendo dritta la schiena, opposero al pubblico ministero il segreto sulle fonti. Sul punto ho sollevato la questione di legittimità costituzionale perché la facoltà di opporre il segreto è riconosciuta dalla legge solo ai giornalisti professionisti e non anche ai pubblicisti; disparità di trattamento che è incostituzionale, irragionevole e contraria alle convenzioni internazionali recepite in Italia”.
Josè Trovato, che è anche segretario provinciale dell’Assostampa, dal canto suo, definisce chiusa "una brutta pagina di vita vissuta" e punta sull’importanza della sentenza. “La libertà d’informazione è una cosa seria – afferma Trovato –. Per un giornalista, proteggere l’identità di una fonte confidenziale, è una questione d’onore”.

Valguarnera Caropepe, Comune esternalizza servizi di informazione ad un'associazione culturale

ASSOSTAMPA Enna 3x4Il Consiglio regionale dell’Associazione siciliana della stampa reputa inaccettabile la decisione del Comune di Valguarnera Caropepe (Enna), che ha esternalizzato, affidando a un’associazione culturale, un “servizio per azione informativa, comunicazione istituzionale, pubblicazione attività amministrativa”, al costo di 2.500 euro all’anno tasse incluse. La determina, in sostanza, ha accolto la proposta di un’associazione culturale, che in cambio di tale cifra si è offerta, tra l’altro, di veicolare attraverso “internet e i mass media” informazioni “relative all’attività comunale”, realizzare “servizi video”, compresi di montaggio audio-video, “su avvenimenti, notizie e comunicazioni di particolare interesse per l’Ente”, inserendo pure, nell’oggetto della proposta, una “pubblicizzazione attività amministrativa”. A seguito di un dibattito l’organo consiliare del sindacato unitario dei giornalisti – che ha affrontato il tema su sollecitazione del segretario provinciale di Enna Josè Trovato – ha dato mandato alla giunta di inoltrare all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia il materiale di cui siamo in possesso, al fine di valutare la presenza, all’interno della suddetta associazione, di giornalisti iscritti all’Ordine. Gli atti del Comune di Valguarnera saranno infine trasmessi all’ufficio legale, al fine di denunciare in tutte le sedi, giudiziarie e contabili, una procedura che non tiene conto della legge 150/2000. L’Associazione siciliana della stampa stigmatizza, altresì, il comportamento del sindaco di Valguarnera, che in una lettera aperta pubblicata sul web ha attaccato i cronisti che operano in città definendoli “giornalisti di quartiere”. Inoltre ricorda che l’articolo 21 della Costituzione italiana stabilisce che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” e che i giornalisti iscritti all’ordine, nell’esercizio del proprio legittimo diritto-dovere di cronaca, non accettano etichettature o espressioni ingiuriose.

Giornale di Sicilia, giornalisti cassintegrati a ore zero sostituiti da collaboratori pagati 3 euro ad articolo

I giornalisti non vogliono un'informazione da 3 soldiLa crisi che attraversa la stampa siciliana, se da un lato rischia di compromettere fortemente un’informazione libera e democratica al servizio dell’opinione pubblica, dall’altro sta creando sacche di disoccupazione tra i giornalisti incrementando, allo stesso tempo, uno sfruttamento professionale che non trova, in tutto il resto del paese, riscontri analoghi.
Se “La Sicilia” ha tagliato l’edizione trapanese dalle sue pagine, interrompendo un rapporto di lavoro con una fitta rete di collaboratori, il “Giornale di Sicilia” sta facendo di peggio mettendo in cassa integrazione, a ore zero, diversi colleghi contrattualizzati. Se da oggi le firme di Andrea Castellano, Gianfranco Criscenti e Luigi Todaro, cassaintegrati, spariranno dalle pagine del “Giornale di Sicilia”, il giornale che non intende rinunciare a fornire ai suoi lettori informazioni “attente e puntuali” è alla ricerca di nuovi collaboratori per lo sport, la cronaca giudiziaria e nera offrendo loro un compenso che non raggiunge i 4 euro ad articolo. La prima a ricevere una simile proposta da parte della responsabile della redazione trapanese de “Il Giornale di Sicilia” è stata la collega Ornella Fulco che ha rifiutato in segno di solidarietà con i colleghi messi in cassa integrazione e ritenendo, sotto il profilo remunerativo, indecente l’offerta lavorativa,
Ora, se consideriamo che dietro la stesura di un articolo ci sono ore di lavoro il compenso offerto non supera i 30/40 centesimi di euro l’’ora, un vero e proprio sfruttamento ancora più cruento rispetto a quello inflitto agli immigrati indiani di etnia sikh che nell’agro pontino vengono schiavizzati, nella raccolta di pomodoro, con un compenso di 3,50 euro l’ora. Se lo sfruttamento degli immigrati ha imposto al Governo di adottare strette misure nei confronti degli agrari sfruttatori, la legge dell’equo compenso per i giornalisti non contrattualizzati resta nel limbo poiché è così controversa e discussa da impedirne l’applicazione.
La segreteria provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa nell’esprimere la piena solidarietà ai colleghi Castellano, Todaro e Criscenti si impegna a seguire la loro vicenda sotto il profilo normativo e sindacale e rivolge un appello a tutti i giornalisti della provincia affinché l’operato della collega Fulco diventi una linea guida e non un episodio isolato. Il Segretario Provinciale
Giovanni Ingoglia

FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA
ASSOCIAZIONE SICILIANA DELLA STAMPA
SEZIONE DI TRAPANI

 

Abrogazione del carcere e querele temerarie i temi al centro dell’incontro tra la Federazione della Stampa e il Ministro di Giustizia Andrea Orlando

diritto di cronacaAbrogazione del carcere per i giornalisti, querele temerarie usate come strumento di minaccia nei confronti dell’esercizio del diritto di cronaca, sblocco della legge sulla diffamazione, attualmente ferma in quarta lettura al Senato: questi alcuni dei temi affrontati oggi nel corso di un incontro tra una delegazione della Federazione della Stampa, guidata dal presidente Giuseppe Giulietti, e il ministro Andrea Orlando. La Federazione della Stampa ha sollecitato l’approvazione definitiva di una legge che recepisca finalmente le sollecitazioni arrivate dalle istituzioni europee in materia di abrogazione del carcere per i cronisti e soprattutto la definizione di una norma che scoraggi le querele temerarie diventate un vero e proprio strumento di minaccia nei confronti dei cronisti che indagano su mafie, corruzione e malaffare. Allo stesso modo è stata posta all’attenzione del Ministro la necessità di tutelare in modo adeguato i cronisti che quotidianamente si occupano di queste materie ed esposti a continue minacce a tal punto che decine e decine sono ormai i cronisti costretti ad una vita blindata. Il Ministro non solo ha confermato il suo interesse e la sua sensibilità nei confronti di queste tematiche ma si è anche impegnato a definire un percorso di confronto che possa portare alla individuazione degli strumenti più idonei per arrivare alla definizione di temi che da troppo tempo sono all’attenzione delle istituzioni, ma non riescono a trovare una adeguata risposta. La Federazione della Stampa ha infine dato la propria più ampia disponibilità a partecipare nei modi e nelle forme che saranno definite nelle prossime ore ai gruppi di lavoro che stanno elaborando gli stati generali dell’antimafia e i progetti di educazione alla legalità e del contrasto al cosiddetto linguaggio dell’odio e della violenza.

Il Cnlg resterà in vigore fino alla firma del nuovo accordo

contratto fieg fnsi 2016Il contratto di lavoro giornalistico resterà in vigore fino alla sottoscrizione del nuovo accordo contrattuale. Alla vigilia della scadenza dell'attuale articolato contrattuale, prevista per domani, 30 settembre, FNSI e FIEG hanno prorogato le norme in vigore per la durata della trattativa, che proseguirà nelle prossime settimane.
«Le posizioni sono distanti – spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI –. È però positivo che le parti siano decise a definire regole condivise e che ci sia la volontà comune di andare avanti. La FNSI rimane convinta che al centro del confronto debba esserci l'occupazione e che il futuro del settore non possa essere il precariato diffuso e il lavoro senza diritti. Il tavolo fra governo e parti sociali, che porterà alla definizione di nuove regole per il comparto, a cominciare dalla riforma della legge 416/81, dovrà combinare la necessità di chiudere i processi di ristrutturazione ancora in atto con l'altrettanto ineludibile rilancio del settore, agevolando e stimolando gli investimenti e rilanciando l'occupazione. Il governo deve fare la sua parte partendo dal riconoscimento del ruolo strategico che l'informazione riveste in ogni sistema democratico, affrontando nodi strutturali, dalla ridefinizione delle norme sulle concentrazioni e sulle fusioni nel settore editoriale fino alla tutela del diritto d'autore e alla raccolta pubblicitaria, materie in cui la mancanza di regole agevola gli over the top, moltiplicandone fatturati e profitti, a scapito di tutto il sistema».

Convention M5S, insulti, spintoni e minacce ai giornalisti: "Intollerabile deriva a carico della libertà di stampa"

alberto cicero 150x150«Il "dalli al giornalista" è risuonato ancora, stavolta a Palermo, in occasione della convention del Movimento Cinque Stelle dove stamattina giornalisti e cameraman hanno avuto riservato un trattamento a base di insulti, spintoni e minacce. Non è la prima volta, purtroppo», afferma il segretario regionale Assostampa Alberto Cicero. «E temiamo che non sarà l’ultima. A dimostrazione che l'inaccettabile esasperazione del dibattito politico in corso da anni in Italia tocca tutti. Anche e soprattutto chi - per lavoro e quindi per dovere - ha il compito di informare raccontando i fatti».

«Si può non essere d’accordo con chi scrive - prosegue Alberto Cicero - ma questo in un Paese civile non autorizza a delegittimare, denigrandola, una intera categoria. In questa attività il Movimento 5 Stelle, purtroppo, si distingue per continuità ma proprio in questa ennesima occasione va detto che episodi del genere - a carico di tutte le forze politiche - si diffondono pericolosamente - e la Sicilia può contare molti episodi anche recenti - dai contesti più piccoli ai palcoscenici più affollati».
«E' una intollerabile deriva a carico della libertà di stampa nonostante i tanti autorevoli appelli (ultimo quello pochi giorni fa di Papa Francesco) che dovrebbero fare riflettere sul valore insostituibile dell’informazione in una società globale dove la conoscenza è base per avere capacità e indipendenza di giudizio. - conclude Cicero - Le successive prese di posizione dei gruppi parlamentari del M5S che garantiscono una scelta di fondo di non fomentare l’odio, confortano un pò ma di certo non attenuano la necessità urgente di riportare il rapporto tra politica e stampa su un terreno più civile basato sul rispetto».
 
(ANSA) - PALERMO, 25 SET - «Esprimiamo vicinanza ai colleghi che in questi giorni, nel corso del raduno nazionale del Movimento Cinque Stelle, hanno subito duri attacchi da esponenti e attivisti. A Palermo abbiamo registrato un clima da rissa con insulti, aggressioni e spintoni ai giornalisti che 'pretendevanò di fare il loro lavoro, ponendo delle domande ai rappresentanti più in vista del M5S».
Lo afferma in una nota l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. "Un episodio - prosegue la nota - che ci preoccupa e che ricorda gli ultras degli stadi e lo squadrismo degli anni Settanta. Ci rivolgiamo ai dirigenti del Movimento, che dicono di voler governare l’Italia e intanto sembrano non riuscire a governare la loro piazza: la democrazia, fatto salvo il sacrosanto diritto di critica, che vale anche nei confronti dei giornalisti, impone il rispetto del lavoro altrui, specialmente di chi informa e di chi contribuisce così alla salvaguardia dei principi democratici di questo Paese».
L’Ordine stigmatizza poi il comportamento di una consigliera comunale del Pd di Siracusa che nel corso di una conferenza stampa ha attaccato due colleghi dal punto di vista personale e professionale. (ANSA).
 
(ANSA) - ROMA, 25 SET - «Insulti, intimidazioni e in qualche caso anche aggressione fisica. Ancora una volta operatori e giornalisti sono finiti nel mirino di presunti attivisti del Movimento5Stelle». Lo denunciano Fnsi e Usigrai, che sottolineano: «Si tratta di atteggiamenti intolleranti ed intollerabili che vanno respinti da qualsiasi parte provengano, e per i quali non può esistere giustificazione alcuna». Oggi come ieri, prosegue la nota congiunta di Fnsi e Usigrai, "il diritto alla critica non può essere confuso con il non diritto all’aggressione verbale e non solo. Le forze dell’ordine devono garantire ai cronisti di fare il proprio lavoro. Ma auspichiamo un intervento anche del vertici del Movimento affinché isolino i violenti». (ANSA).

(ANSA) - PALERMO, 25 SET - «Le parole del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che ha definito i giornalisti 'feticistì non fanno altro che fomentare l’odio da parte di presunti simpatizzanti pentastellati. E’ in questo contesto che oggi si sono verificati episodi inqualificabili nei confronti di rappresentanti dell’informazione, accreditati dallo stesso Movimento per seguire la kermesse 'Italia 5 Stellè, che ha ha avuto luogo sul prato del Foro Italico». E’ quanto sostiene il gruppo siciliano dell’Unci che esprime «solidarietà ai giornalisti, ai fotografi e ai cine-operatori tv che sono stati oggetto di insulti, aggressioni verbali e spintoni». «Ne ha fatto le spese anche il presidente regionale dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, che stava seguendo per conto della sua redazione gli interventi in programma», sottolinea l’Unci siciliano.
«Non sono stati gli attivisti del M5S a causare le aggressioni e ad insultarci - ha dichiarato Tuttoilmondo - ma persone che hanno partecipato all’evento e che hanno visto nei giornalisti come una sorta di obiettivo da ricoprire di parole offensive. Le offese, le critiche e gli insulti di oggi nulla hanno a che vedere con il lavoro svolto, e non sono in alcun modo direttamente collegabili a quanti si sono spesi in queste settimane per organizzare la kermesse. Ma sono soltanto il frutto di un clima di tensione ingiustificato e al quale va posto rimedio al più presto, nel rispetto reciproco delle parti».
«Ciò che è accaduto a Palermo - ha detto il Vice-Presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales - è un episodio che ci preoccupa anche perché non è la prima volta che, nel corso di convention politiche, sono i giornalisti il primo obiettivo di aderenti, simpatizzanti o semplici partecipanti. Una delle colpe va attribuita ad alcuni esponenti politici che attaccano i giornalisti, generalizzando, e con ciò innescano risentimenti che sfociano in aggressioni ed insulti come quelli che si sono verificati a Palermo. Chiediamo ai servizi d’ordine delle varie organizzazioni politiche e alle forze dell’ordine di vigilare affinché situazioni del genere non abbiano più a ripetersi». (ANSA).

Basta aggressioni: ora li denunciamo
L’Ordine nazionale dei giornalisti ha dato mandato all’avvocato  Nino Caleca perché si metta a disposizione dei colleghi che intendono perseguire i responsabili delle aggressioni fisiche e verbali avvenute ieri a Palermo durante la manifestazione del Movimento 5 stelle.
http://www.odg.it/content/basta-aggressioni-ora-li-denunciamo

Contraddizione nella trattativa Fieg-Fnsi. La manovra Inpgi innalza l'età pensionabile precludendo le nuove assunzioni di massa. Occupazione: coinvolgere il Governo per riequilibrare il sistema tra uscite e entrate.

riforma inpgi contrattoIl varo della manovra correttiva dell'Inpgi e la firma di un nuovo contratto che abbia come punto fondamentale il concetto di inclusione, ossia l'ipotesi di portare dentro il Cnlg tutti i collaboratori e i lavoratori autonomi che oggi ne sono fuori. Sono questi i due problemi fondamentali sui quali nelle prossime ore il sindacato giocherà il proprio destino e quello dell'intera categoria.
In entrambi i casi l'obiettivo è unico. Con la manovra si punta a salvare l'istituto dal default annunciato dall'attuario e dalla Corte dei Conti, con le nuove assunzioni a dare nuova stabilità ai conti dell'Inpgi in un virtuoso turn over.
Il problema è però che queste due proposte sono tra loro antitetiche.  Chiedere nuove assunzioni con un mercato del lavoro ingessato dal blocco delle uscite per l'innalzamento dell'età pensionabile (repentina e penalizzante soprattutto per le donne) appare una strada senza uscita.
Non si può non tenere conto che oggi è in crisi non il settore dell'editoria ma l'intero sistema su cui l’industria dell’informazione si regge. I dati dell'Inpgi sono chiari: i giornalisti dipendenti oggi sono 15.461 e oltre 600 sono stati messi in uscita dalle aziende con i piani di crisi presentati negli ultimi tre anni.
Finora le aziende autorizzate a procedere ai prepensionamenti sono state 17 e i giornalisti che saranno usciti, quando i piani di ristrutturazione si concluderanno nel febbraio del 2018, saranno 232. [Leggi]
A questi vanno aggiunte le richieste fatte al ministero da altre 26 aziende che hanno chiesto il prepensionamento di 384 giornalisti dipendenti. [Leggi]
Nell'attesa che i fondi per i prepensionamenti arrivino (ma arriveranno?), le aziende affrontano il problema dell'abbattimento del costo del lavoro ricorrendo alla solidarietà e alla Cigs, due ammortizzatori sociali che (fonte Inpgi) avrebbero riguardato 5.155 giornalisti e sarebbero costati  22 milioni di euro nel 2015.
Tenuto conto che quasi tutte le aziende avevano già presentato e concluso precedenti stati di crisi (gestiti con prepensionamenti, Cigs o solidarietà) con consistenti riduzioni degli organici, mediamente negli ultimi quattro anni la riduzione del costo del lavoro è oscillata tra il 15 e il 30 per cento.
La quasi totalità dei 26 piani di crisi presentati al ministero del Lavoro e gestiti con il ricorso alla solidarietà o alla Cigs, in attesa di finanziamento, si concluderà entro il 2017.

Luigi Ronsisvalle, Consigliere generale InpgiIn questa situazione ufficialmente accertata, nell'ipotesi in cui i piani non dovessero essere finanziati e nell'impossibilità di fare fronte all'attuale costo del lavoro, si delinea per i prossimi due anni uno scenario che prefigura uno scontato ricorso alla legge 223, ovvero ai licenziamenti collettivi per motivi economici.
E' bene ricordare che questa legge impone criteri di scelta del personale che penalizzano maggiormente i giornalisti più giovani, con minore anzianità aziendale e minori carichi familiari. Pertanto si giungerebbe alla anacronistica situazione in cui i giornalisti più anziani e con gli stipendi più alti potrebbero restare in redazione, mentre i più giovani e meno pagati  potrebbero perdere il lavoro.

E' in questo contesto che la manovra presentata dal Cda dell'Inpgi appare illogica. Bloccare le uscite per pensione di anzianità e innalzare l'età pensionabile equiparandola agli assicurati Inps, portandola a 66 anni e 7 mesi anche per le donne, equivale a ingessare  l'intero settore, impedendo di abbassare il costo del lavoro e rendendo solo un'utopia sindacale il turn over con migliaia di nuovi assunzioni.
Appare scontato che senza uscite non ci potranno essere nuovi ingressi. Nessuna logica può infatti sostenere l'ipotesi di assunzioni che farebbero lievitare il costo del lavoro per aziende che già faticano a garantire il regolare pagamento degli stipendi attuali.

Nessuno discute la necessità di una riforma che possa rimettere in ordine i conti dell'Inpgi. Semmai va detto che la manovra andava fatta già parecchi anni fa, quando invece ci si vantava di un istituto in piena salute, che faceva utili nonostante la crisi generale. Sarebbe stato tutto più facile e meno pesante per la categoria.
Il problema è che questa manovra che va a raschiare il fondo del barile, sebbene richiesta dai ministeri vigilanti, servirà solo a garantire la vita dell'istituto ancora per pochi anni, assicurando quella liquidità che oggi manca e per garantire la quale la presidente, con proprie delibere, ha già disinvestito e smobilizzato oltre 190 milioni di euro. Purtroppo però la manovra non potrà garantire la sostenibilità a 50 anni come richiesto dalla legge Fornero. Per essere ancora più chiari: la manovra salverà ancora per qualche tempo l'Inpgi e gli stipendi dei suoi dirigenti ma non le nostre pensioni.
Il secondo effetto negativo è che, bloccate le uscite e di conseguenza il mercato del lavoro, non ci saranno spazi negoziali per il nuovo contratto e per le nuove assunzioni.

logo INPSIl sindacato adesso si trova di fronte a una via che potrebbe non avere uscite. Approvare la manovra e salvare ancora per qualche anno un istituto che ha ormai perso le prerogative di tutela e salvaguardia della professione giornalistica, abbassando le prestazioni a livello di quelle dell'Inps  senza riuscire a garantire quei principi di solidarietà di welfare che ne avevano caratterizzato la nascita e la successiva privatizzazione, costringerà la Fnsi a  sedersi al tavolo del negoziato contrattuale per chiedere nuova occupazione, ben sapendo però di avere spazi esigui e solo prospettive di rinuncia a quanto finora garantito. Con il pericolo dichiarato della fine dell'applicazione del contratto a partire dal 1° ottobre per effetto della disdetta della Fieg.
Le prove muscolari di redazioni ormai impoverite negli organici e negli stipendi, annunciate con il possibile ricorso alla ormai desueta conflittualità con gli editori, o la speranza di un eventuale intervento governativo non risolverebbero comunque il problema. Una mediazione sulla piattaforma Fieg, a fronte della richiesta di inclusione fatta dal sindacato, significherebbe dovere poi accettare almeno la metà di quei 25 punti chiesti dagli editori: e già questo basterebbe a smantellare buona parte del contratto e delle sue garanzie.

E allora si deve affrontare il problema del sistema nel suo complesso. L'iterlocuzione del governo va chiesta e sul tavolo va posta con forza la richiesta  di un negoziato a tre con la Fieg che riguardi, da un lato, la gestione non traumatica degli stati di crisi e che garantisca uscite dignitose ai colleghi che hanno i requisiti per lasciare il lavoro e ai quali questo diretto viene ora negato, e, dall'altro, il sostegno alle agevolazioni per nuove assunzioni. Avendo tra l’altro sullo sfondo il varo della legge sull’editoria che potrebbe portare alle aziende risorse economiche importanti.

Se nulla di tutto ciò dovesse esserci, le aziende continueranno a tagliare gli stipendi, i giornalisti continueranno a perdere il posto di lavoro e l'Inpgi, una volta stabilizzato il deficit strutturale tra entrate contributive e uscite per prestazioni, non sarà più in grado di fare fronte ai suoi compiti istituzionali.

Non è una questione di muscoli, di slogan e di maggioranza. Ma di  semplice buon senso.

Luigi Ronsisvalle
Consigliere generale Inpgi

 

Siracusa / Consigliera comunale insulta giornalisti, interviene Assostampa

Gli insulti di Princiotta ad alcuni giornalisti, la difesa di Assostampa: “Sono sempre piu' rari i politici intellettuamente e culturalmente capaci di non trascinare i i giornalisti nelle battaglie di potere. E la consigliera comunale del Pd non appartiene certamente a questa elite”

Damiano ChiaramonteCi sono politici - o presunti tali - che raggiungono livelli così elevati di arroganza da permettersi la contraddizione di considerarsi vittime di censura urlandolo teatralmente davanti ai microfoni e alle telecamere degli stessi organi di stampa macchiati di tale infamia. È il caso della consigliera comunale del Pd, Simona Princiotta, protagonista della paradossale caduta di stile consumata nel corso della conferenza stampa tenuta ieri mattina insieme al vistosamente imbarazzato deputato nazionale e compagno di partito, Pippo Zappulla.
Si tratta dell'ennesimo attacco della Princiotta nei confronti dei giornalisti, alcuni dei quali hanno già subito dalla presunta politica la gogna mediatica sui canali social. Questa volta la consigliera comunale ha usato parole pesanti e allusioni volgari nei confronti di un paio di colleghi accusati di essere "gli addetti stampa del sindaco Garozzo cammuffati da giornalisti imparziali che pur di portare un piatto di pasta a casa sciorirano benevolenza nei confronti del primo cittadino in cambio di qualche inserzione pubblicitaria".
Potremmo garbatamente rispondere che gli organi di stampa in questione rappresentano i due gruppi editoriali più importanti ed economicamente saldi del nostro territorio e che potrebbero certamente fare a meno delle misere "prebende" pubblicitarie del povero Comune di Siracusa. Ma non basta.
È la solita solfa. Simona Princiotta si è teatralmente inserita nel lungo elenco dei colleghi politici più anziani e navigati che inneggiano alla libertà di stampa e alla difesa dei giornalisti quando questi sono considerati amici, salvo poi urlare alla scandalosa censura o imparzialità quando gli stessi scrivono parole non allineate.
Sono sempre più rari invece i politici intellettualmente e culturalmente in grado di discernere tra politica e giornalismo, capaci di non trascinare i professionisti dell'informazione nelle più o meno nobili battaglie di potere, rispettosi della diversità dei ruoli. E certamente, la presunta politica in questione non appartiene a questa elite.
Princiotta & C. dovrebbero ricordarsi che il giornalista si limita a raccontare i fatti, con una verità che non potrà mai essere assoluta, seguendo linee editoriali e di condotta che si uniformano ai principi sacrosanti della deontologia e della libertà di stampa. Quella stessa libertà che ha permesso ieri mattina a Simona Princiotta di insultare dei colleghi e accusare di censura i giornali online che stavano assicurando la diretta streaming della sua conferenza stampa.

Il segretario provinciale
Damiano Chiaramonte

Il giornalismo a scuola. Nasce Studenti Reporter

giornalismo social network www.studentireporter.it
www.studentireporter.it, la prima piattaforma digitale che offre un supporto innovativo alla didattica sui temi del giornalismo e della Media Education

Smarthphone e Tablet per fare network nelle scuole Italiane
Studenti Reporter è la prima piattaforma digitale nata in Italia come supporto innovativo alla didattica sui temi del giornalismo e della Media Education. Realizzata da giornalisti professionisti di diverse regioni italiane, dopo una prima sperimentazione in quattro licei siciliani durante l'anno scolastico appena concluso e avere ottenuto il patrocinio dell'Associazione siciliana della stampa, il progetto viene presentato su scala nazionale alle scuole italiane di primo e secondo grado.

Il progetto Studenti Reporter è pensato per collaborare con i docenti della scuola nel delicato compito di stimolare nei giovani la comprensione critica dell’informazione, della natura dei media (in particolare quelli digitali per il fondamentale ruolo che oggi detengono smartphone e tablet nella produzione e nella fruizione dei contenuti) e dei social media intesi, non solo come strumenti, ma come linguaggio e cultura.

La piattaforma consente a ogni scuola, classe o gruppo scolastico di “aprire” una redazione scolastica alla quale viene assegnata una specifica pagina web (mini-sito). Ogni redazione scolastica potrà inserire i proprio contenuti giornalistici digitali (testi, immagini, video e audio) confezionando il proprio sito di informazione e realizzare il proprio giornale digitale, sfogliabile on line o, nella versione stampabile, da distribuire a scuola.
Una particolare sezione della piattaforma mette disposizione di ogni redazione risorse utili all'apprendimento per imparare a realizzare i prodotti informativi seguendo le regole del mestiere. Tutorial, consigli e raccomandazioni, regole e trucchi del mestiere, norme di legge da rispettare, fonti e rassegne stampa sui temi di attualità sono a disposizione di ogni redazione scolastica per costruire i propri contenuti. La sezione è arricchita da tutorial e applicazioni per la realizzazione di contenuti innovativi come lo storytelling giornalistico.
Studenti Reporter porta i giornalisti nelle scuole, in veste di tutor che affiancano on line e off line docenti e studenti in questo percorso di learning by doing sul "fare informazione", apprendendo nuove competenze digitali come l'utilizzo di un Content Mangament System per la pubblicazione on line.
La piattaforma può essere utilizzata anche per dare vita a laboratori extra-curriculari di giornalismo digitale, studiati per essere pratici e coinvolgenti per i ragazzi e condotti da giornalisti-tutor in comune accordo con gli insegnanti.
Studenti Reporter può anche essere lo strumento attraverso cui gli Istituti Scolastici raccontano e documentano con linguaggio giornalistico altri progetti ad hoc su temi di attualità e sulle attività della scuola.
Il progetto Studenti Reporter è stato realizzato in versione "beta" grazie alle risorse raccolte con la piattaforma di crowfunding di Telecom Italia WithYouWeDo, che promuove e sostiene il finanziamento di iniziative, idee e progetti che agiscono nel settore dell'Innovazione Sociale per la costruzione di nuovi modelli di inclusione e aggregazione.

studenti reporter 2

 

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